Raccontare storie di animali è in qualche modo connaturato alla mia indole, né riesco proprio a vedere nella biologia un mestiere che va oltre l’appagare curiosità immediate, magari impiegandoci anni. Mi viene dunque naturale il farne partecipe chi ha la pazienza di ascoltarmi. Credo che Darwin prorompa costantemente da quanto scrivo – o da quello che dico –, perché è il maestro non tanto di una disciplina, quanto di una sensibilità, anche letteraria, per le vicende fascinose degli esseri viventi. Con ciò, cerco esclusivamente complicità darwiniane, e spero di seminarne.
Se si ha talento non è necessario, per diventare buoni etologi, precipitarsi con tanto di equipaggiamento alle isole Galápagos: è sufficiente avere una famiglia disposta a convivere con una decina di animali. Nell'appartamento di Enrico Alleva la lista degli ospiti includeva serpenti, porcospini, rane, volpi, un ratto (spacciato per un ghiro), gufi, civette, falchi e pipistrelli semi-ibernati e collocati “a testa in giù” nel bagno di servizio. Enrico Alleva racconta queste “storie di animali” con lo scrupolo e la precisione dello scienziato.
Enrico Alleva - Dal 2008 è Presidente della Società Italiana di Etologia. Dopo la laurea in Scienze biologiche presso l'Università “La Sapienza” di Roma, perfeziona gli studi sul comportamento animale presso la Scuola Normale Superiore di Pisa e in stage specialistici sia in Italia che all’estero (Stanford University con Seymour Levine, Università di Edimburgo con Aubrey Manning, Seattle). Allievo di Giuseppe Montalenti e collaboratore di Rita Levi Montalcini, si è occupato in particolare di orientamento nei colombi viaggiatori e della maturazione comportamentale di varie specie di mammiferi. È stato membro dei consigli scientifici di Anpa, WWF, Legambiente, Stazione Zoologica di Napoli e Istituto della Enciclopedia Italiana. Ha ricevuto il premio “G.B. Grassi” dell'Accademia dei Lincei e la “Medaglia Anokin” dell'Accademia russa delle Scienze mediche. È autore di Consigli a un giovane etologo, (Muzzio, 2003) La mente animale (Einaudi, 2008) e collabora con quotidiani, settimanali e mensili.
Forma 15x21 cm., copertina con alette
128 pagine
A proposito di imprinting
Il termine imprinting è intraducibile: sta per stampaggio, «impressione»; starebbe a significare tutti quei casi nei quali un’impressione esterna altera il corso degli eventi biologici di un animale in via di sviluppo, cioè in crescita. I casi più noti sono quelli che riguardano il cosiddetto imprinting materno, quando per esempio un pulcino si «imprinta» alla schiusa sulla figura della madre e la segue pedissequamente, ventiquattr’ore su ventiquattro: essa diviene la propria immagine di riferimento, di attaccamento. Una sorta di sicuro approdo cognitivo, di linea di base per costruirci sopra un mondo fatto di altri esseri viventi, con gradi di similitudine variati rispetto a tale immagine materna...
INDICE
7 Premessa
11 Il Tacchino termostatico
15 A proposito di imprinting
21 Sott’acqua, o sull’isola, ma con i falchi della regina
27 Topiragnetti
33 I canti dei ragni
41 Harold e Maude
47 Avere un nibbio per amico
51 Leggere Darwin, ma soprattutto capirlo
57 Socievole come una talpa
61 Il tacchino termostatico
67 Luisella
73 Perché la fragola è rossa
79 L’uomo e la bestia
87 Sotto il segno del leone e del falcone: la «generosità» e la «nobiltà» dei predatori
91 Il rondone, signore dell’aria
95 La specie è viva perché è varia
99 I testicoli della iena femmina e la Torre di Pisa di Einstein
103 I rospi cantano, la rospa sceglie
107 Immolarsi per la stirpe. L’altruismo «evolutivo» del pellicano e dell’upupa
111 Lotte di Classi nel Mesozoico: storie di Ezostrodon, il mammifero che sconfisse i Dinosauri
115 E.T. è un batterio. E noi siamo null’altro che polvere di stelle...
119 La sparviera e il moschetto, una coppia perfetta, anche a tavola
123 Il cammino evolutivo dei polli, in compagnia – sottomessa – della specie umana