Elfi e streghe di Scozia. L'Each-Uisge
L'Each-Uisge
Anna la pastorella stava riposando, ma di tanto in tanto dava un'occhiata al bestiame al pascolo; in particolare sorvegliava Peggac, la piccola vacca bruno, perchè appena le si presentava l'occasione l'imprevedibile animale iniziava a girovagare, portandosi con sé il resto della mandria.
Così, quando d'un tratto Peggac lanciò un muggito Anna volse subito lo sguardo nella sua direzione, e vide che prima Peggac e poi tutti gli altri animali si erano alzati sulle quattro zampe e fissavano una sagoma scura che si avvicinava dalla parte dei lochans (piccoli loch). La ragazza vide che si trattava di un cavallo dalla folta criniera e dalla lunga coda, il cui mantello era più nero delle ali del broobrie (uccello mitico, che si leva in volo al crepuscolo). Nel vederlo rimase sorpresa, perchè nessuno dei suoi vicini possedeva un animale come quello.
Il giorno successivo il cavallo apparve ancora, ed ogni giorno, per una settimana, tornò, avvidinandosi sempre di più alla mandria, fino a che le bestie non fecero più caso alla sua presenza.
Solo Peggac sembrava inquieta.
Anna raccontò ai genitori dello strano cavallo nella brughiera. Anch'essi erano inquieti, perchè sapevano che un Each-Uisge viveva nel lochan dove crescevano le ninfee.
"Quando lo vedi arrivare devi correre a casa" le disse il padre. "E' una creatura malvagia che abita nel lochan. Molti uomini sono stati trascinati nelle sue acque dall'Each-Uisge".
"Ma era un bellissimo animale, padre," insistette la ragazza. "Non potremmo domarlo, così che ci sia d'aiuto trasportando per noi sulla sua ampia groppa le formelle di torba che prendiamo nella brughiera?"
"Esiste un solo modo per catturare e domare una di quelle bestie. Afferra la cavezza che ha indosso e lo ridurrai in tuo potere! E chi possiede un cavallo simile può ben dirsi fortunato, perchè è un animale che lavora per dieci senza mai fermarsi. Sarei davvero orgoglioso di avere un animale come quello, se solo avessi il coraggio di affrontarlo!"
Anna rivide ogni giorno l'Each-Uisge. Con il passar del tempo Peggac, la piccola vacca bruna, smise di aver paura di lui. Ma l'Each-Uisge stava solo aspettando il momento propizio. Un giorno, senza alcun preavviso spiccò un balzo verso la piccola mandria e abbattè Peggac. I suoi denti affondarono nel collo della vacca e l'Each-Uise cominciò a trascinarla verso il lochan.
La ragazza corse alla ricerca del padre, che ritornò con i cani facendo fuggire l'animale. Ma Peggac era morta. Così il padre di Anna decise di trovare un modo per distruggere quella creatura, perchè temeva che potesse uccidere la sua stessa figliola. Dopo aver scuoiato la vacca uccisa ne conservò la pelle, che fece seccare al sole, poi la ricucì e la imbottì di felci. Il giorno successivo egli stesso indossò la pelle e si sdraiò nell'erica come avrebbe fatto Peggac.
Poco dopo apparve l'Each-Uisge. Vide la vacca sdraiata sul prato e si avvicinò lentamente. Il suo mantello era pieno di alghe e fanghiglia, e dal suo collo pendeva una robusta cavezza. Quando si sentì addosso il suo fiato rovente, il padre di Anna afferrò la fine e la tenne ben stretta. La creatura si impennò e scalciò infuriata, tentando di fuggire, ma l'uomo la trattenne saldamente. Dopo essersi rialzato, egli balzò subito in groppa all'animale, che immediatamente si acquietò.
Per molti anni il cavallo nero visse nel campicello del padre di Anna. Si lasciava accudire con docilità e lavorava tutta la giornata senza stancarsi. Nemmeno una volta tentò di ritornare nelle acque del lochan.
Poi un giorno Anna trovò una cavezza in un angolo della stalla e pensò che sarebbe stata bene addosso al cavallo nero, dimenticandosi che si trattava proprio della stessa cavezza che la creatura aveva portato con sé dalla brughiera molti anni prima.
Così Anna la fece scivolare sulla criniera e gli saltò in groppa come aveva fatto cento altre volte. Per un momento il cavallo rimase immobile, poi, dopo aver lanciato un nitrito selvaggio, improvvisamente si impennò per poi lanciarsi al galoppo attraverso la brughiera in direzione del lochan delle ninfee.
Il contatino di Duirinish pagò cara la propria follia, perchè Anna non fu mai più rivista.