Leggende del popolo curdo. Il cammello e la neve
Il cammello e la neve
Un giorno di primavera, il cammello e la neve si misero a discutere e decisero di diventare amici e di aiutarsi a vicenda nei momenti di bisogno.
Il cammello disse alla neve: "Sorella mia, ho anzitutto una preghiera da farti: se per caso ti capita di arrivare in autunno, dammi un preavviso di qualche giorno in modo che io riesca a prepararmi e a difendermi".
La neve promise il suo aiuto, gli diede la sua parola e si allontanò.
Fino all'autunno il cammello, ormai sicuro del attuo suo, passò le giornate allegramente sui verdi prati e non s'accorse che i giorni passavano. Trascorse l'estate e arrivò l'autunno.
Durante gli ultimi giorni dell'autunno, quando il freddo ormai era abbastanza intenso, la neve si ricordò della parola data e disse: "Avviserò subito il mio fratello cammello che sto per arrivare, alzerà la testa e vedrà il cielo bianco così si accorgerà del mio arrivo".
Il cammello però non alzà mai la testa, la neve iniziò a scendere sulle cime delle montagne, imbiancò le parti alte anche delle pianure, ma il cammello ancora non se ne accorse. Continuò a vivere spensierato senza mai guardare in alto e senza vedere la neve intensa che ormai ostruiva ogni via di collegamento.
Finalmente la neve arrivò fino sulla gobba del cammello e il freddo si depositò sulla sua schiena. A questo punto il cammello, arrabbiatissimo, alzò la testa, vide la neve e le disse: "Hai tradito la nostra amicizia, mi avevi dato la tua parola che mi avresti avvisato prima di venire e invece ti trovo sulla mia gobba senza preavviso".
La neve, seria ma serena, gli rispose: "Guarda che hai interpretato male la nostra amicizia. La colpa è tua. Un vero amico non si scorda mai. Io ho fatto di tutto perchè tu ti accorgessi del mio arrivo, ma ti eri completamente dimenticato di me e non hai guardato in alto neanche per un attimo. Spero che questo ti sia di lezione. Quandro avrai un amico, cerca di non dimenticarlo".