Misteri e leggende di Cuba. La grande lotta con il guije
La grande lotta con il guije
Nell'anno 1932 ci fu una enorme carestia, non c'era modo di venirne fuori; allora dissi tra me e me: "bisogna agire con intelligenza, devo procacciarmi della mercanzia da vendere in campagna, girando da quelle parti trovo sempre qualcosa da mangiare".
Avevo messo da parte circa dodici pesos, così mi comprai un cavallo, feci fare delle casse e le riempii di merce. La prima tappa che feci fu nella zona di Los Maestres. Uscii presto ed imboccai la Siguanea per arrivare fino a là accorciando la strada. Mentre stavo attraversando un ruscelletto che si trova adesso un pò più indietro del piccolo podere che ha Martirena, nel bel mezzo del guado del ruscello mi si ferma il cavallo, lo sperono ma non si sogna di andare avanti. Allora mi accorgo che stanno tirando il cavallo per la coda, guardo e vedo che è un güije che lo teneva per la coda. Mi infuriai e maledissi sua madre settecento volte, però il maledetto non mollava la presa e continuava a ridere.
Scesi da cavallo e gli diedi un calcio nel sedere. Quello era un güije coraggioso, perchè non fuggì di corsa ma mi diede un pugno in un occhio. Allora mi ci butto sopra per mangiarmelo, passammo venti minuti a darci pugni, io e quel güije. Ci rotolammo, cademmo in acqua; nell'acqua la forza del güije era superiore perchè si trovava a combattere nel suo elemento e, siccome aveva delle unghie molto lunghe, mi graffiò tutto il viso e il petto.
Io non potevo afferrarlo bene, non riuscivo ad assestargli un bel pugno, era scivoloso come un'anguilla, e piccino...Mi morse le braccia, i denti dei güije sono affilati, e me li conficcò sulle braccia e su tutto il corpo: mi stese. Ero sul punto di scappare a gambe levate, ma il güije lo fece per primo, corse e si gettò in una pozza più grande. Io tornai in paese per curarmi. Fino al 1934 feci il venditore ambulante per le campagne, ma non tornai più nella zona di Los Maestres.
Rolando Izquierdo, 94 anni. Salamanca La Vieja, Camajuanì.