Miti e fiabe di Tahiti e della Polinesia. Maui tenta di catturare le isole
Maui tenta di catturare le isole
Dai tempi molto antichi, immerse dentro il mare,
le isole della Polinesia
formavano un bel banco
di pesci colorati,
che nuotavano tra le onde di schiuma
e nei fondali silenziosi.
Con le parole di questa antica canzone inizia l'invocazione del dio Maui, soprannominato il "dio dai mille aspetti", che ebbe l'idea di assemblare in una sola parcella di terra tutte le scaglie sparse nelle immense distese dell'oceano.
Sì, perchè all'inizio le isole della Polinesia altro non erano che pesci che nuotavano liberamente negli spazi infiniti del mare. Poi, un bel giorno, Maui preparò il suo amo e chise ai fratelli di calare in acqua la piroga, la loro grande piroga fatta di tronchi di legno.
Ordinò anche al proprio equipaggio di pagaiare per prendere il largo, fino a perdere di vista ogni angolo di terra. Quando furono in alto mare, gettrono le lenze e pescarono per ore e ore, senza acchiappare nulla. Quando i fratelli, affaticati e demoralizzati, si abbandonarono al sonno, Maui lanciò la sua lenza e si a cantare per dare più forza e più potere al proprio amo. Fu così che, mentre tutti dormivano, riuscì a pescare numerose isole, che appoggiò su una rete adagiata all'interno dello scafo.
Quando emerse dai fondali il più grande di tutti i pesci, Tahiti, sbattendo la coda e agitando le acque, i fratelli si risvegliarono di soprassalto e si misero a gridare:
- Attento, Maui! Quello non è un pesce, è un'isola!
In quel momento, tutti i pesci pescati e già riuniti nell'unica rete si spaventarono, si liberarono e si rituffarono nell'acqua, disperdendosi qua e là.
E' da quel giorno che le isole della Polinesia non formano una terra unica, ma tante scaglie sparse attraverso il Grande Oceano, Moana-nui.