Storie, personaggi e avventure del famoso vino e della sua terra
In Italia oggi, quando si parla di vino, si indulge spesso alla mitologia tecnologica: forse una comprensibile reazione di pressappochismo o al bruto mercantilismo che ne hanno dominato le vicende fino a una trentina di anni fa, pur con le debite eccezioni, storiche e non. Certo, il vino è una cosa che non si può nemmeno immaginare senza concorso di scienze e tecniche, forse il prodotto di trasformazione agricola al cui risultato finale più concorrono geologia e botanic, climatologia e fisica, microbiologia e chimic, arti manuali e capacità meccaniche. Ma non è tutto qui: come dietro qualunque realizzazione umana, dietro ai grandi vini vi sono grandi persone. E alla scoperta delle persone dietro il Chianti, del passato e di oggi, si è dedicato Aldo Santini con l'intuito, il mestere, la tenacia del grande "inviato" che è .
Il titolo passionale (non si scomoda l'amore per poco) dichiara oneste intenzioni "di parte": è la dicgiarazione del Santini toscano che una volta tanto si sente libero dall'"obiettività" giornalistica, ammesso che esista, per raccontare un suo personale rapporto col Chianti. Ma oltre il titolo, la passione e il "toscanismo", ci sono un fine palato e un olfatto al lavoro, un occhio sensibile ai paesaggi, ai profili, ai colori, una curiosità insaziabile per fatti umani di tutti i tipi, e il Chianti in quanto regione e in quanto vino non sarebbero uno dei simboli dell'Italia nel mondo se non fornissero al nostro "inviato" materiale eccezionale per uno dei libri "vinosi" più affascinanti fino ad oggi apparsi.
Affascinante perchè, al di là delle coloriture impressionistiche (meglio, macchiaiole), dei ritrattini anche feroci, dell'aneddotica e della cronaca, della memoria affettuosa o litigiosa (che ci sono, come no) c'è per questo grande vino anche una descrizione completa dei luoghi, personaggi, tragedie, vittorie, qualità , annate, una descrizione direi scientifica, che porta una massa di informazioni allo studioso, all'appassionato ma anche al consumatore. E poi, come non c'è grande attore senza luogo teatrale, o palcoscenico che si dica, non c'è grande vino senza cucina: quella sulle cui tavole ha recitato e recita il Chianti ne ha seguito l'evoluzione di stile dalla rusticità delle origini alla moderna nobiltà, fino a formare un corpus saporito e solluccherante nel cui repertoio si trovano l'antica fettunta, i ciccioli, il buristo e altre contadine maialerie così come l'aristocratico cibreo ( qui con tagliatelle ), la cacciagione (i tordi!) o la grande bistecca, elitaria per censo se non per lignaggio. Di tutta questa eccitante cucina del, e per, il Chianti, Santini dice tutto, ricette, luoghi, autori, piccoli segreti, fino alle indicazioni stradali. Insomma, quasi un manuale, ma profondo e divertente, per sorseggiare i migliori bicchieri, accompagnati dal profumo di crostini, zuppe, schiodini.
Marco Guarnaschelli Gotti
Aldo Santini, giornalista di lungo corso (Il Tirreno, Il Telegrafo, L’Europeo, Oggi), livornese di nascita e borghese d’elezione, ha scritto, per la Franco Muzzio editore La cucina livornese, La cucina maremmana, Chianti amore mio, Brunello sei grande, Cucina fiorentina.